L’Attacco di Panico
L’attacco di Panico
L’attacco di panico ha una configurazione molto particolare, esso indica un periodo delimitato in cui il soggetto avverte un intensa paura o disagio in assenza di un pericolo reale. Il panico è un fenomeno di confine che ha una funzione protettiva per l’organismo nelle situazioni di estremo pericolo ambientale, è avvertito quando il soggetto è sottoposto ad un’improvvisa, incombente e grave minaccia e non può fuggire né opporsi efficacemente al pericolo.
Alcuni dei sintomi somatici e cognitivi che accompagnano l’attacco di panico sono: palpitazioni, sudorazioni, tremori, sensazioni di soffocamento, paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire. L’attacco di panico compare all’improvviso senza un apparente ragione. L’impossibilità di prevederlo e la percezione di non poterlo controllare creano profonda sofferenza nel soggetto. Dopo un episodio di attacco di panico spesso si sviluppa un’ansia anticipatoria, l’ansia che l’attacco di panico possa ripresentarsi, così si iniziano ad evitare quei luoghi in cui l’attacco di panico si è presentato per la prima volta.
Ciò che accade nell’attacco di panico è l’improvvisa perdita del ground, ovvero di ciò a cui ci sentiamo da sempre di appartenere e da sempre ci appartiene, il precipitare di tutto ciò che ci sostiene da sempre in modo implicito e scontato. Il crollo di queste sicurezze scatena una forte paura di non farcela e di morire, è come immaginarsi sospesi senza un suolo che ci sostiene. Così come per l’ansia, l’attacco di panico rappresenta una sorta di interruzione di contatto con l’ambiente e la terapia rappresenta il luogo in cui dare il sostegno adeguato in modo che il soggetto possa non attuare questa interruzione e acquisire modalità diverse di adattamento all’ambiente.