Sessualità come linguaggio

La Consulenza Sessuale

La Coppia

Sessualità come linguaggio

In quanto scambio di affetti, emozioni, sensazioni, odori, umori, attraverso la sessualità si realizza una profonda comunicazione. La sessualità può essere ricercata come momento di dialogo vero e proprio, come spazio in cui ricevere e dare.

Attraverso la sessualità, innanzitutto,comunichiamo il bisogno di essere confermati nella nostra identità femminile o maschile, cioè di essere riconosciuti come donne e come uomini.

Comunichiamo l’indicibile. Il linguaggio sessuale è il canale privilegiato per l’espressione dell’intimità e dell’amore di coppia perché permette di esprimere ciò che le parole non possono contenere.

Esprimiamo il bisogno di potere e di essere vincenti. Attraverso la sessualità si può esercitare potere sull’altro, si può “conquistare”. Come ogni altro linguaggio, può essere uno strumento di incontro ma anche di manipolazione dell’altro per trarne dei vantaggi personali.

Comunichiamo la voglia di vivere e di incontrare l’altro. La sessualità negata rappresenta un modo per dire no alla vita e al generare vita, rappresenta un modo di dire no all’incontro con l’altro. Non a caso nell’anoressia, dove manca la voglia di vivere, il corpo perde tutte le sue caratteriste sessuali. Non a caso nell’anoressia c’è una chiusura affettiva-relazionale che si accompagna a quella che viene definita “anoressia sessuale”.

In alcune circostanze il linguaggio sessuale viene utilizzato al posto di quello verbale. Alcune persone che hanno grosse difficoltà a comunicare con l’altro possono trovare nella sessualità l’unico modo per sentirsi accolti, utilizzando la sessualità a posto delle parole e confondendo il bisogno di affetto con il bisogno di essere accettati sessualmente. Ancora una volta attraverso la sessualità comunichiamo il bisogno di essere visti dall’altro, di essere accettati e apprezzati.

Spesso nelle coppie la sessualità negata al partner o alla coppia in sé rappresenta il primo passo per mettere le distanze. I disturbi della sfera sessuale, infatti, si accompagno in molti casi alla crisi della coppia.

La coppia

ASPETTATIVE, DELUSIONE E TRADIMENTO NELLA COPPIA

Molto spesso ci si chiede come possano cambiare così tante cose in un rapporto di coppia: da “lui/lei mi farà felice” a “lui/lei non è più come prima” o “lui/lei mi ha deluso”. Che cosa accade? Nei cambiamenti che si verificano in un rapporto di coppia, le aspettative giocano un ruolo molto importante. Sapere riconoscere le proprie aspettative e orientarsi affinché esse siano soddisfatte rappresenta un primo passo contro “la delusione”. Ognuno di noi desidera in modo diverso: chi desidera in modo passivo e aspetta che siano gli altri a soddisfare le proprie aspettative; chi invece si adopera attivamente; chi impaziente agisce in modo frettoloso.

Nel rapporto di coppia, però, non tutte e non sempre le aspettative possono essere realizzate. Quando le nostre aspettative sono corrisposte dal partner si rafforza l’appartenenza l’uno all’altro; quando invece l’altro delude le nostre aspettative emergono le differenze e le novità. Ma è vero che prima il partner corrisponde le nostre aspettative e pian piano, invece, cambia atteggiamento nei nostri confronti, iniziando a deluderle? Può anche darsi, ma ciò che si verifica più spesso è un cambiamento di prospettiva. Tutti sappiamo che all’inizio di un rapporto si è come abbagliati dalle emozioni e dalle reazioni fisiologiche (cecità emotiva). Gradualmente l’effetto dell’innamoramento svanisce e si è portati ad assumere una prospettiva diversa sulle cose che osserviamo: un partner che prima definivamo “lento però preciso” diventerà “preciso però lento”. Le due qualità restano presenti, ma cambia il peso che noi assegniamo a ciascuna di esse.

Come dire che la delusione è fisiologica in un rapporto di coppia. Allora ci chiediamo che ruolo hanno le aspettative deluse nel cammino di una coppia?

Servono a fare venire fuori un rapporto più reale (contro l’idealizzazione iniziale) e far emergere in modo più chiaro a quali attese una relazione può e deve rispondere. Ognuno di noi ha il diritto alla felicità e alla realizzazione delle proprie aspettative, ma l’altro non può sempre rispondere ad esse. Tra l’altro, quando l’altro è visto in funzione del soddisfacimento delle nostre aspettative, in realtà non lo si sta guardando per quello che è davvero, ovvero non ci si apre alla scoperta di tutto ciò che l’altro possiede, sente, pensa, desidera, del suo essere singolare e diverso da noi. Il rischio a cui, umanamente, ciascun partner va incontro è quello di pensare che l’altro sia sul suo cammino per sanare le proprie ferite. Se, ad esempio, la nostra storia è segnata dal sentirci poco interessanti e poco importanti, saremo spinti a vedere nell’altro colui che dovrebbe farci sentire importanti e preziosi e ogni sua azione sarà letta in funzione del nostro bisogno di apprezzamento.

Questo meccanismo ci mette dei paraocchi e ci impedisce di vedere le bellezze dell’altro, che vanno oltre ciò che noi ci aspettiamo; ci impedisce anche di scommetterci in una relazione in un modo nuovo e diverso rispetto a come sappiamo fare, rispetto a come abbiamo fatto per tutta la vita nelle relazioni precedenti.

E il tradimento? Il tradimento è legato alle attese: c’è tradimento laddove c’è intimità e attesa della fedeltà. Solo quando si ama si creano le premesse dell’infedeltà: solo se ci si consegna, si può essere traditi e si può tradire solo colui che a noi si è consegnato. Il tradimento è un modo in cui si reagisce alla delusione del non riuscire a incontrarsi pienamente, così si cerca in un altro quello che non si riesce ad ottenere dal partner. Generalmente una coppia vive un vuoto relazionale quando non riesce a vivere con pienezza una delle tre modalità relazionali che seguono: giocare, prendersi cura in modo alterno l’un dell’altro, affidarsi. Quindi il tradimento nasconde il desiderio dell’altro che è lontano da noi e che ci ha deluso. Nel tradimento c’è, dunque, un tentativo di unione. La delusione delle aspettative e il tradimento non sempre, dunque, rappresentano la fine della coppia, possono essere occasione di crescita.

Bibliografia

G.Salonia, Attese e desideri nella coppia, in Consultorio Ucipem, La coppia, F.Angeli, Roma, 1998.

M.Spagnuolo Lobb, Essere al confine di contatto con l’altro: la sfida di ogni coppia, in Terapia Familiare, n.86/2008.

La consulenza sessuale

Spesso di fronte ad un problema sessuale rimaniamo disorientati, non sappiamo a quale figura professionale rivolgerci. In genere ci si rivolge al medico di base, altre volte ad un ginecologo o andrologo, altre volte ad uno psicologo. Il motivo di questa confusione sta nel fatto che dietro un disagio della sfera sessuale possono esserci cause organiche e/o psicologiche. In realtà è impossibile separare il versante psicologico da quello organico in quanto la sessualità è un evento psicosomatico che coinvolge mente e corpo contemporaneamente.

Il consulente sessuale è colui che alla propria formazione professionale di base (andrologia, psicologia, urologia, ginecologia…) ha aggiunto una formazione specifica sviluppando  abilità di counselling, conoscenze pluridisciplinari sulla sessualità e capacità di lavoro in equipe, competenze che rendono possibile un’accurata consulenza sessuologica. Quella del consulente sessuale, dunque, non è una professione a se stante: medici di base, andrologi, ginecologi, ostetrici, infermieri, psicologi possono diventare consulenti sessuali attraverso una formazione specifica. Il compito del consulente sessuale è quello di accogliere la domanda sessuologica al fine di fare una diagnosi corretta del problema e indirizzare verso il trattamento più idoneo allo specifico caso.

Un percorso di risoluzione dei problemi che riguardano la sfera sessuale non può prescindere da un lavoro psicologico su di sé e/o sulla coppia. Anche nel caso in cui la causa di un problema sessuale sia di natura organica, il supporto psicologico è importante per le conseguenze che un disturbo organico potrebbe avere sulla qualità della vita in generale, sulla ridefinizione dell’identità personale e sessuale, sulla relazione con il partner…

La consulenza sessuale ha lo scopo di fare una diagnosi corretta e dettagliata del disturbo e si avvale della collaborazione di altri specialisti (urologi, andrologi…). Anche la fase successiva della terapia prevede la collaborazione tra più specialisti (intervento chirurgico, farmacologico, psicologico…).

 Alla prima fase della consulenza sono dedicati 2-4 incontri. Se il primo colloquio viene condotto con il singolo, successivamente verrà coinvolto, se esiste, l’altro membro della coppia; se invece il primo colloquio è con la coppia generalmente si vedranno i partner separatamente.

Obiettivi della prima fase della consulenza: indagare sulla storia del sintomo, sulla relazione, aspetti psichici ed emotivi di ciascuno. Contemporaneamente il medico in un incontro ad hoc indagherà sugli aspetti biologici del problema e sullo stato di salute generale del paziente.

Un’accurata diagnosi permetterà di individuare il trattamento più adatto allo specifico caso clinico. Spesso la semplice ridefinizione del problema rappresenta di per sé un intervento terapeutico che permette al paziente di superare il suo disagio. Quando ciò non accade, alla fine del percorso diagnostico e in accordo con il medico specialista, si propone al paziente e/o alla coppia il trattamento, illustrando le varie possibilità terapeutiche e spiegando i motivi della scelta che si ritiene più opportuna.