L’intervento psicoterapeutico

Prendersi cura di sé...

Decidere di andare da uno psicologo non è una scelta semplice e immediata. Presuppone innanzitutto un prendere contatto con la propria sofferenza e riconoscerla. Ciò implica un fare i conti con la propria fragilità e un predisporsi a mettere in discussione alcuni aspetti di sé e della propria vita. Altro aspetto importante insito nella richiesta d’aiuto è l’affidarsi ad un’altra persona.

La relazione terapeutica rappresenta il luogo in cui la sofferenza può trovare espressione, accoglienza e significato. E il percorso terapeutico può essere immaginato come un viaggio che paziente e terapeuta affrontano insieme, laddove il terapeuta è un compagno di viaggio speciale che facilita processi di consapevolezza e cambiamento a partire da ciò che accade nel qui ed ora dell’esperienza con il paziente.

Approccio psicoterapeutico

Il mio approccio psicoterapeutico è quello della Psicoterapia della Gestalt. La Psicoterapia della Gestalt è incentrata sul “qui ed ora” della relazione, overo su ciò che accade tra paziente e terapeuta nel presente. Guarda al peculiare modo in cui ciascuno di noi si adatta creativamente al mondo, ricerca dunque nell’altro la bellezza e non ciò che “non funziona”. Ripristina la spontaneità dell’individuo nel suo entrare in contatto con il mondo e legge la sofferenza come interruzione della spontaneità.

Lo scopo ultimo della relazione terapeutica è che il paziente si senta interessato alla vita, con il permesso di essere creativo nel gruppo sociale di cui fa parte (Polster, 1988; Spagnuolo Lobb Amendt Lyon, 2003).

Il malessere può manifestarsi attraverso ansia, depressione, disturbi alimentari, dipendenze, problemi di coppia. E i sintomi rappresentano il modo unico e creativo attraverso cui ciascuno di noi  dà voce alla propria sofferenza.

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